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IL PEPERONCINO


Peperoncino Il peperoncino e' una pianta erbacea annuale, usata come alimento fin dai tempi antichissimi; reperti archeologici ne testimoniano la conoscenza in Messico 9.000 anni fa e già nel 5.500 a.C. era presente in quelle zone come pianta coltivata; ma nonostante la loro antica origine, i peperoncini furono conosciuti in Europa con Colombo soltanto alla fine del XV secolo, per poi diffondersi anche in India,in Asia e in Africa.

Appartiene alla famiglia delle Solanacee, una famiglia molto numerosa che comprende ben 85 generi e almeno 2.200 specie. Nel genere del capsicum la specie più importante e' il Capsicum Annuum al quale appartengono tutti i peperoncini che conosciamo. Il nome latino capsicum deriva da "capsa" (scatola) per la particolare forma del frutto che ricorda proprio una scatola con dentro i semi; oppure dal greco "kapto" che significa mordere, con evidente riferimento al piccante che "morde" la lingua quando si mangia.

Le parti usate, sia in cucina che in medicina, sono i frutti (le cosiddette bacche, al cui interno sono contenuti i semi bianco giallastri) che si raccolgono in agosto-settembre e si conservano facendoli essiccare all'ombra.

E' una pianta molto adattabile che non presenta particolari difficoltà di coltivazione anche in vaso, purché abbia un'esposizione in pieno sole e si faccia attenzione agli sbalzi di temperatura e a non eccedere con le innaffiature; e' anche molto ornamentale: i frutti oblunghi o globosi, vivacemente colorati, donano infatti all'ambiente una decisa nota di allegria; e grazie alla maturazione scalare si possono avere sulla stessa pianta frutti di due o tre colorazioni diverse.

Le innumerevoli qualità (solo in Messico ne esistono più di 150 specie) si differenziano per forma (esistono bacche rotonde, bislunghe, coniche), colore (le predominanti rosse, quelle gialle, le verdi, le arancioni e le viola), dimensione e sapore (possono essere dolci, piccanti o piccantissimi).
La sensazione di bruciore dipende dalla presenza di un alcaloide, la capsaicina; nel 1912, il chimico Wilbur Scoville mise a punto un metodo per valutare il grado di piccantezza del peperoncino: il "grado Scoville"; i gradi indicano il rapporto di diluizione in acqua necessario a fare perdere la piccantezza al peperoncino analizzato (così, ad esempio, il Thai arriva a 100.000 gradi Scoville, il Wax a 10.000 e l'Habanero tocca addirittura i 300.000 gradi Scoville).


Fra le tante varietà di peperoncino esistenti, ecco qui di seguito le caratteristiche di quelli più noti e diffusi:
Ancho


Ancho:
e' a forma di cuore, di colore rosso-arancio, lungo circa 12 centimetri e dal sapore dolce e fruttato; in Messico e' sicuramente il peperoncino più popolare, ottimo per farcire i ripieni e per aromatizzare le salse; si trova spesso già ridotto in polvere e, quand'è ancora verde, assume il nome di "Poblano" e può essere consumato fresco;
Aji

Aji:
e' generalmente di colore rosso, ha un odore intenso ed e' molto piccante; ma si conoscono con questo nome una grande varietà di peperoncini Peruviani come l'aji' heuacatay, il verde molido, il limo amarillo, il mirasol (verde e essiccato), o il più comune panca, di grossa taglia e dal colore rosso marrone, che a differenza delle altre specie non e' piccante ed e' molto usato per insaporire i piatti.
Chipotle


Chipotle:
e' di color caffè e si tratta, in realtà, di un jalapeno di grossa taglia maturato ed essiccato; prima di utilizzarlo bisogna togliere il picciolo ed i semi e ridurlo in purea aggiungendo un poco d'acqua; sono utilizzati nella la preparazione di marinate per arrosti o carni alla griglia.



Cappello Turco Cappello turco:
e' a forma conica abbastanza tozza (a "trottola") e a superfice irregolare; e' lungo circa 7-8 cm. e ha un diametro massimo di circa 3 cm.; matura dal verde pallido all'arancione brillante ed ha una buccia sottilissima; ha uno spiccato profumo analogo all' habanero ma molto meno piccante. In Piemonte viene conservato sott'olio dopo farcitura con acciughe e capperi.


Cappello del Vescovo
Cappello del Vescovo (Bishop crown):
e' un peperoncino dalla caratteristica forma a campana con 3 protuberanze laterali situate in prossimità dell'apice (in Piemonte e' chiamato anche "disco volante") ed e' poco piccante. Ha dimensioni di circa 6-8 cm di diametro e circa 5-7 cm di lunghezza e a secondo del grado di maturazione passa dal colore verde all'arancio ed al rosso; la buccia e' abbastanza sottile e la polpa, non molto spessa, e' soda e croccante.

Guajillo
Guajillo:
e' di colore bruno scuro, può raggiungere i 10-15 centimetri di lunghezza ed ha una forma leggermente ricurva. Il suo aroma ricorda vagamente il te' verde, ma in bocca ha un sapore dolce ed e' ottimo nella preparazione delle salse.


Habanero
Habanero:
Si coltiva nello Yucatan e nei Caraibi; si suppone, visto il nome che porta, che abbia origine dall'Avana (Cuba), ma in Messico i Maya ne rivendicano la paternità supportati dal fatto che cresce quasi esclusivamente nello Yucatan. Considerato come il peperoncino più piccante al mondo, ha un colore arancio o rosso e la forma di una lanterna della lunghezza di 5 centimetri. Ottimo nelle salse perché, nonostante il suo sapore piccante sia particolarmente accentuato, non e' persistente e neppure pungente, non irrita lo stomaco e si fa sentire solo in bocca. Si usa tostato o pestato.


JalapenoJalapeno:
si coltiva nell'Oaxaca e Chibuabua (Messico), Texas e USA sud ovest. E' probabilmente il peperoncino Messicano (e, più precisamente, della città di Jalapa, da cui prende il nome) più conosciuto in Europa e negli Stati Uniti. Nello stato di Veracruz si coltivano circa cinquanta varietà di peperoncini. Ha forma di cono abbastanza tozzo, ad apice arrotondato con caratteristiche screpolature della buccia e polpa spessa e soda; matura dal verde scuro al rosso acceso, ed una lunghezza che vaia dai 3 ai 7 cm.; e' moderatamente piccante e lo si consuma preferibilmente "en escabeche" (in salamoia), essiccato al sole poi affumicato con legni particolari. In Messico viene sottoposto ad un lungo procedimento di essicazione-affumicatura dando origine al "Chipotle" dall'inconfondibile e penetrante aroma affumicato.


Cajenna
Kayenna (o Cajenna):
si coltiva in Louisiana, Messico, Asia e Africa, e deriva dall'antico Jalapeno. Si tratta di uno dei peperoncini più piccanti al mondo, dal colore verde o rosso-arancio dal profumo assolutamente particolare che si presta ottimamente per dare un sapore esclusivo ai piatti della tradizione africana e caraibica.


Pasilla
Pasilla:
e' un peperoncino messicano lungo e sottile, dal colore marrone scuro e dall'inconfondibile gusto di liquirizia. Ridotto in salsa e' ottimo per aromatizzare i piatti a base di frutti di mare ed il "ceviche".

Poblano
Poblano:
si coltiva a Puebla, Città del Messico e California; ne esistono moltissime varietà, tutte a forma conica lunghi 18-20 cm. e con un diametro alla base di circa 7 cm.; maturano dal verde al rosso, all'arancio o al marrone; hanno buccia sottile e polpa di spessore medio. Sono generalmente poco piccanti. Da freschi hanno profumo di peperone con sfumature di cuoio. Da essiccati vengono chiamati Ancho ed assumono un netto profumo di cuoio e tabacco. Sono utilizzati ripieni cotti al forno (chile relleno) o essiccati in preparazioni messicane (sono un ingrediente delle salse "Mole").

Rocoto
Rocoto:
e' il peperoncino più comune delle regioni andine: ha una forma rotondeggiante ed assomiglia ad una piccola mela del diametro di circa 5-6 cm.; secondo il grado di maturazione il colore va dal verde al rosso o al giallo. Ha buccia sottile e polpa spessa e soda dal netto profumo di peperone con sottofondo di zucchero di canna. E' estremamente piccante ( in particolare la varietà gialla) ma e' delizioso. Nei paesi d'origine viene consumato fresco (nelle "salsas") oppure ripieno di carne o formaggio e cotto al forno. Non si presta ad essere essiccato per l'eccessivo spessore della polpa.


Salsa tabascoRicordiamo infine il Tabasco, la salsa più famosa a base di peperoncino: per la sua preparazione si utilizzano solamente peperoncini provenienti dall'isola di Avery, in Louisiana. I frutti vengono raccolti ben maturi, quindi macinati, uniti al sale e fatti macerare nell'aceto di frumento all'interno di botti di quercia. Il Tabasco ha un gusto piccante ed un aroma penetrante e viene consumato prevalentemente in gocce; il maggior produttore e' una società della Louisiana (U.S.A.) che ne detiene il brevetto fin dal 1870.

In molti c'e' la convinzione che il peperoncino faccia male alla salute, forse dovuta al fatto che venga spesso ed erroneamente imparentato con il pepe, il cui abuso notoriamente e' abbastanza nocivo; il peperoncino, viceversa, possiede molte proprietà terapeutiche: e' infatti molto ricco di vitamina C (se viene usato crudo, perché con l'essiccazione viene persa), PP, B2, E (che aumenta l'ossigenazione del sangue e favorisce la fecondità), e K (antiemorragica); contiene anche carotenoidi e sali minerali. Pertanto, favorisce i processi digestivi e la secrezione gastrica; e' un antidepressivo, stimola la vitalità dei tessuti e attiva il circolo venoso e capillare; essendo vasodilatatore e anti colesterolo, previene le malattie cardiovascolari. In fitoterapia, viene utilizzato per alleviare i dolori muscolari e quelli derivanti dall'artrite; può pero' disturbare chi e' affetto da colite.


In cucina, il peperoncino esalta molti piatti e spesso e' l'ingrediente base nelle salse piccanti. Viene usato moderatamente fresco (per attenuarne l'effetto piccante e' consigliabile rimuoverne i semini interni) essiccato, sminuzzato o in polvere; i metodi migliori per conservare il peperoncino in modo che non perda le sue proprietà organolettiche sono sott'olio o secco; per mantenerne inalterato il sapore piccante e' consigliabile seccarlo al sole e quindi polverizzarlo pochi giorni dopo la raccolta. Se utilizzato intero può essere facilmente individuato e tolto a fine cottura, e poiché il peperoncino più cuoce e più trasferisce il gusto piccante alle pietanze, e' preferibile aggiungerlo verso la fine nel caso in cui non si desideri un gusto troppo forte.
La Thailandia utilizza il peperoncino per una caratteristica salsa piccante chiamata "nam prik", l'Indonesia in un condimento detto "sambal" (che richiede sia il peperoncino dolce che quello piccante), la Tunisia nella "harissa", che si trova anche in Algeria e in Marocco (una pasta rossa usata per insaporire il cous-cous), il Messico nelle sue famosissime "salsas" e l'America centrale nella caratteristica salsa "chili" (ottenuta miscelandolo insieme ad aglio ed origano ed usata spesso per insaporire la carne).

Per togliere la sensazione di piccante in bocca si deve assolutamente evitare di bere acqua, birra o vino: in questo modo si peggioreranno le cose. Mettersi invece sulla lingua un pizzico di sale e poi mangiare del pane, in particolare la mollica. Nei ristoranti indiani viene servito dello yogurt proprio per attenuare gli effetti del peperoncino.

06/01/2006
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