
La parola
"brindisi" deriva da "bring dir's", una espressione tedesca di augurio che significa "io porgo a te" (riferendosi ovviamente al boccale di birra o di vino); ma nel nostro Paese il vocabolo trae origine dal termine prettamente spagnolo "brindis".
Quando viene proposto un brindisi
non ci si puo' astenere, anche se si e' astemi: in questo caso, infatti, e' sufficiente limitarsi a sfiorare il bicchiere con le labbra.
Nei pranzi ufficiali, per il brindisi bisogna alzarsi in piedi, mentre
in quelli privati, se il numero dei convitati non supera la ventina, si puo' anche rimanere seduti; in ogni caso, si fissa la persona a cui si vuol brindare e si alzano bicchieri senza farli pero' toccare.
Il classico
"cin cin" entrato nell'uso comune come
augurio durante un brindisi, ha invece origini addirittura cinesi; dal termine "ch'ing ch'ing" (che significa "prego, prego") venne tratta la forma "chin chin", giunta in Occidente in epoca vittoriana per bocca di viaggiatori e marinai che l'avevano udita dai cinesi come espressione di cortesia, di accoglienza o di rispetto in occasione delle quali abitualmente si offriva da bere; era diventato cosi' un saluto cordiale e scherzoso che veniva usato tra le persone in estrema confidenza. Il suono onomatopeico della parola, contribui' poi notevolmente al successo della sua diffusione nel nostro Paese, in quanto si accordava oltretutto benissimo a quello di due bicchieri che si toccano tra loro.